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Mario Palazzini
Tutti noi usiamo le parole per abitudine,
perché le abbiamo imparate dagli altri in modo naturale e quasi mai ci
chiediamo quale è il loro esatto significato, da dove ‟vengono”, quale storia hanno avuto, quante volte hanno cambiato in
parte o in tutto il loro significato nel corso del tempo. Prendiamo ad esempio
una parola semplice: tuttavia. Se andiamo a leggere la ballata Il trionfo di
Bacco e Arianna di Lorenzo De’ Medici (1449-1492), vediamo che inizia con i
versi ‟Quant’è bella giovinezza, / che si fugge
tuttavia” dove tuttavia ha il significato di sempre, cioè avverbio di
tempo. Più o meno quattrocento anni dopo troviamo nei Promessi Sposi di A.
Manzoni (1785-1873) la frase ‟così andavan le
cose nel secolo diciassettesimo, anzi van tuttavia”, dove tuttavia vuol dire:
ancora - sempre, quindi avverbio di tempo.
Se consultiamo un moderno dizionario di
italiano vediamo che tuttavia è diventata oggi una congiunzione avversativa,
come ma e però. Questa è una piccola dimostrazione di come
una parola si può trasformare ed assumere nel tempo significati diversi da
quello originario.
Il libro perciò non a caso si intitola Rebus,
in quanto vuole andare a scoprire i significati nascosti nelle profondità
recondite delle parole e renderle chiare per capire meglio le nostre abitudini
e la realtà che ci circonda.
In questo volume sono riportate parole di uso
quotidiano, ma anche relative a discipline meno conosciute come la letteratura
e i linguaggi tecnico scientifici, nonché modi di dire in lingua latina ancora
molto usati, per mostrare al lettore non solo la complessità, ma anche la
vastità del linguaggio italiano. Il nostro territorio è stato da sempre un
porto di mare con l’avvicendamento di popoli molto diversi per costumi e
lingua. Senza risalire alle origini, basti ricordare i Greci della Magna
Grecia, gli Etruschi, i Romani e poi, dopo la caduta dell’impero, le
popolazioni cosiddette barbariche, in particolare Franchi e Longobardi, e
poi gli Arabi, i Bizantini, gli Svevi, gli Aragonesi, i Normanni, gli Angioini,
e poi ancora gli Spagnoli, i Francesi, gli Austriaci e ogni popolo ha lasciato
la sua eredità linguistica. I forestierismi hanno subito notevoli modificazioni
fonetiche e morfologiche per essere adattati all’italiano, molti termini hanno
cambiato in parte o in tutto il loro significato per cui non sempre è
possibile risalire all’accezione originaria della parola. Consultando un
dizionario della lingua italiana si legge infatti spesso etimo incerto o
addirittura etimo ignoto, perché le parole sono come i ricordi, a volte si
perdono nella notte dei tempi.
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