VERBA SI NESCIS PERIT COGNIZIO RERUM
(SE NON CONOSCI LE PAROLE TI VIENE A MANCARE ANCHE LA COGNIZIONE DELLA REALTÁ)
venerdì 17 aprile 2015
bisestile
BISESTÍLE Quando febbraio ha 29 giorni si
dice che l’anno è bisestile: perché si usa proprio questo aggettivo? Per
capirlo occorre tornare molto indietro, al tempo di Giulio Cesare (101-44 a.C)
che è vissuto alla fine della repubblica romana. In quel periodo era ancora in
vigore il vecchio calendario del secondo re di Roma, Numa Pompilio, ma poiché
era molto approssimativo, il tempo reale non corrispondeva più a quello
astronomico, quindi Giulio Cesare decise di riformarlo (46 a. C.). Innanzi
tutto l’anno fu portato
a 365 giorni che corrispondono al periodo di tempo che la terra impiega per
compiere un’orbita intorno al sole. Il giorno, allora come oggi, era
considerato per convenzione di 24 ore esatte, ma in realtà la sua durata varia
durante il corso dell’anno, per cui si ha un disavanzo che ogni quattro anni
forma un giorno in più che va aggiunto al calendario.
Cesare lo aggiunse al sesto
giorno prima delle calende di marzo (1° marzo) che quindi diventò due volte
sesto, in latino dies bis sextus
(ante calendas martias) da cui appunto bisestile. Papa Gregorio Magno nel 1582
riformò di nuovo il calendario e spostò il giorno bisestile dal sesto giorno
prima delle calende di marzo al giorno successivo al 28 febbraio che così
diventò di 29
giorni.
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